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- Categoria: Salute 18
- Pubblicato: Mercoledì, 04 Aprile 2018 15:08
Le ricerche sono condotte all'Istituto Italiano di Tecnologia e all'università "Sapienza" di Roma
Un semaforo rosso
al tumore cerebrale infantile
04.04.18 - Scoperto e dimostrato come mutazioni a carico di una proteina - che agisce come fattore inibitore di crescita per le cellule nervose - possano portare allo sviluppo del medulloblastoma, il tumore cerebrale più diffuso nell’infanzia. Lo studio è stato condotto da Lucia Di Marcotullio del Dipartimento di Medicina molecolare dell'università Sapienza di Roma in collaborazione con Paola Infante del CLNS@Sapienza (Istituto Italiano di Tecnologia, IIT). I risultati del lavoro, che rappresenta uno snodo cruciale per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, sono pubblicati sulla rivista internazionale Nature Communications.
Le attuali terapie associano la chirurgia alla radio e alla chemioterapia ma, nonostante offrano buone probabilità di guarigione, non sono prive di effetti collaterali gravi come disturbi cognitivi permanenti. È per questo motivo che la ricerca di cure alternative innovative è fondamentale.
Il medulloblastoma è causato da alterazioni molecolari che determinano un comportamento anomalo delle proteine segnale coinvolte nella crescita e migrazione di cellule nervose.
“Questa via di segnalazione, che prende il nome di via di Hedgehog (Hh) – spiega Di Marcotullio – sta ricevendo molta attenzione in campo oncologico perché in condizioni non controllate è responsabile dell’insorgenza di una vasta gamma di tumori, ponendosi dunque come importante bersaglio nelle terapie anticancro più efficaci e quindi con minore tossicità”.
I ricercatori di Sapienza e CLNS@Sapienza (IIT) hanno scoperto che, una modificazione a carico di un noto oncosoppressore, la proteina SuFu, favorisce l’associazione con un’altra molecola chiave della via di segnalazione, la proteina Gli3. Questo processo fa sì che Gli3 agisca da semaforo rosso per la crescita del tumore, potenziando la capacità della molecola di reprimere la crescita cellulare.
La prova del nove a conferma dei risultati ottenuti, è stata quella di andare a osservare cosa accadeva in presenza di mutazioni della proteina SuFu. Dopo aver alterato i meccanismi molecolari a carico della proteina e quindi impedito l’associazione tra le due molecole, i ricercatori hanno osservato come Gli3 agisse invece da semaforo verde, favorendo la proliferazione cellulare e contribuendo così alla patogenesi del medulloblastoma.
Questa scoperta aggiunge un importante tassello alla comprensione della complessa regolazione della via di Hh e spiega come mutazioni a carico dei suoi componenti chiave possano contribuire all’insorgenza di un tumore fortemente aggressivo quale il medulloblastoma.
“I risultati ottenuti – conclude Di Marcotullio – ci incoraggiano a portare avanti con entusiasmo lo studio dell’identificazione delle basi molecolari del medulloblastoma attraverso un’intensa ricerca di base come strumento indispensabile per svelare la complessa e ancora oscura biologia dei tumori e sviluppare così nuovi approcci terapeutici sempre più mirati e personalizzati per il trattamento di questo tumore”. (red)
Riferimenti:
Itch/β-arrestin2-dependent non-proteolytic ubiquitylation of SuFu controls Hedgehog signalling and medulloblastoma tumorigenesis - Paola Infante, Roberta Faedda, Flavia Bernardi, Francesca Bufalieri, Ludovica Lospinoso Severini, Romina Alfonsi, Daniela Mazzà, Mariangela Siler, Sonia Coni, Agnese Po, Marialaura Petroni, Elisabetta Ferretti, Mattia Mori, Enrico De Smaele, Gianluca Canettieri, Carlo Capalbo, Marella Maroder, Isabella Screpanti, Marcel Kool, Stefan M. Pfister, Daniele Guardavaccaro, Alberto Gulino & Lucia Di Marcotullio - Nature Communications volume 9, Article number: 976 (2018) doi:10.1038/s41467-018-03339-0
vedi
www.uniroma1.it