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- Categoria: Tecnologia 18
- Pubblicato: Mercoledì, 04 Aprile 2018 14:23
Atteso un ritorno di 2 miliardi di euro. Anche la Cina tra i finanziatori
Fusione nucleare,
la macchina sperimentale Dtt
sarà costruita a Frascati
Immagine artistica Divertor Test Tokamak (DTT) (foto enea.it)
04.04.18 - La macchina sperimentale da 500 milioni di euro Divertor Test Tokamak (DTT) sarà costruita nel Lazio, a Frascati (Roma). Farà parte del Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare e dovrà fornire risposte sulla fattibilità scientifica e tecnologica della produzione di energia dalla fusione. Lo ha reso noto l'Enea, il cui Consiglio di Amministrazione ha approvato la relazione conclusiva con la graduatoria finale delle nove località candidate ad ospitare la macchina.
La relazione approvata dal Consiglio di amministrazione dell'Enea contiene la graduatoria finale delle nove località candidate a ospitare la macchina, che vede il Lazio al primo posto con il sito di Frascati (Roma), seguito da Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara). Le altre regioni candidate sono Campania, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Piemonte e Veneto.
E' almeno di due miliardi di euro il ritorno atteso dal progetto, grazie al quale "oggi è l'Italia che vince perché investe sulla conoscenza e sull'energia sostenibile con un progetto che garantisce prospettive scientifiche e occupazionali positive per tutti e, in particolare, per i giovani", ha detto il presidente dell'Enea, Federico Testa.
Obiettivo della macchina Dtt è fornire risposte scientifiche ai problemi complessi sulla fusione ed è considerata l'anello di collegamento con i grandi progetti internazionali, come il reattore sperimentale Iter in costruzione in Francia.
“Dai sopralluoghi effettuati nei 60 giorni di istruttoria e dall’esame della documentazione ricevuta, sono emerse indicazioni fattuali per valutare l’idoneità dei siti; a ogni requisito è stato associato uno specifico punteggio per elaborare la graduatoria - ha dichiarato il presidente della Commissione ing. Alessandro Ortis, già Presidente dell’Autorità per l’energia-. È stato un percorso laborioso e di grande impegno, facilitato da un apprezzatissimo dialogo di approfondimento con le amministrazioni regionali e locali che hanno assicurato un apporto di qualità al lavoro della Commissione”.
L’avvio dei lavori della DTT è atteso entro il 30 novembre 2018, con la previsione di concluderli in sette anni; saranno coinvolte oltre 1.500 persone di cui 500 direttamente e altre 1.000 nell’indotto con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro, a fronte di un investimento di circa 500 milioni di euro. I finanziamenti sono sia pubblici che privati e vedono la partecipazione, fra gli altri, di Eurofusion, il consorzio europeo che gestisce le attività di ricerca sulla fusione (60 milioni di euro) per conto della Commissione europea, il MIUR (con 40 milioni), il MISE (40 milioni impegnati a partire dal 2019), la Repubblica Popolare Cinese con 30 milioni, la Regione Lazio (25 milioni), l’ENEA e i partner con 50 milioni cui si aggiunge un prestito BEI da 250 milioni di euro.
Il progetto DTT e la fusione nucleare
La fusione, processo opposto alla fissione nucleare, si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
La DTT nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcune problematiche particolarmente complesse del processo di fusione (come la gestione di temperature elevatissime) e si pone quale “anello” di collegamento tra i grandi progetti internazionali ITER1 e DEMO, il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare.
Ideata dall’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune tra le più prestigiose università italiane, la DTT sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).
Il plasma lavorerà a oltre 100 milioni di gradi mentre gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero. Bersaglio di tutta la sorgente di potenza, il divertore, elemento chiave del tokamak e il più sollecitato dalle altissime potenze, composto di tungsteno o metalli liquidi, rimuovibili grazie a sistemi altamente innovativi di remote handling.
Italia leader nella ricerca sulla fusione
La realizzazione della DTT conferma la forte leadership del nostro Paese nella ricerca sulla fusione. L’Italia contribuisce ai grandi programmi di ricerca internazionali DEMO, Broader Approach ed ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) ed è partner delle agenzie europee EUROfusion e Fusion for Energy (F4E). A livello industriale sono coinvolte, a vario titolo, oltre 500 imprese fra cui Ansaldo Nucleare, ASG superconductors (Gruppo Malacalza), SIMIC, Mangiarotti, Walter Tosto, Delata TI, OCEM Energy Technology, Angelantoni Test Technologies, Zanon, CECOM e il consorzio ICAS tra ENEA, Criotec e Tratos, che si sono aggiudicate gare per quasi un miliardo di euro (circa il 60% del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia).
L’ENEA è il coordinatore del programma nazionale di ricerca sulla fusione e del consorzio ICAS (Italian Consortium for Applied Superconductivity) che ha un ruolo attivo nella produzione di componenti nell’ambito del Broader Approach e di ITER. Il Dipartimento Fusione e Tecnologie della Sicurezza Nucleare dell’ENEA con i Centri di Ricerca di Frascati e del Brasimone è un punto di riferimento riconosciuto a livello nazionale e internazionale, tra i primi a realizzare impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico, macchine per la fusione come il Frascati Tokamak (FT) e il Frascati Tokamak Upgrade (FTU). Contributi sostanziali vengono forniti nei campi della superconduttività, dei componenti interfacciati al plasma, della neutronica, della sicurezza, del remote handling e della fisica del plasma. E negli ultimi 20 anni, nelle attività sulla fusione sono nati oltre 50 brevetti con ricadute significative per lo sviluppo e la competitività delle industrie nazionali.
ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) è un progetto mondiale da 20 miliardi di euro al quale partecipano Cina, Giappone, India, Corea del Sud, Russia, USA e UE, concepito per dimostrare la fattibilità della produzione di energia da fusione realizzando un reattore sperimentale a Cadarache, in Francia (Sud). Si tratta di un’impresa tecnologica ed ingegneristica fra le più grandi e complesse a livello mondiale, fortemente incentrata su collaborazioni e sinergie fra ricerca e industria in aree tecnologicamente avanzate. (red)
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