Interrogazioni del parlamento:
il governo Meloni non risponde
 
(12.04.23 - Estratto articolo Governo e parlamento di  openpolis.it) 
 
L’esecutivo deve sempre rendere conto al parlamento del proprio operato, in virtù del rapporto fiduciario che lo lega a quest’ultimo e senza il quale sarebbe costretto alle dimissioni. Per questo deputati e senatori possono presentare anche i cosiddetti atti di sindacato ispettivo per chiedere chiarimenti al governo. Le numerose urgenze che si sono susseguite negli ultimi mesi (dalla guerra in Ucraina fino alla tragedia di Cutro) unite al grande numero di interrogazioni e interpellanze presentate finora hanno probabilmente inciso sul numero particolarmente basso di risposte fornite dall'attuale esecutivo. Gli atti di sindacato ispettivo prodotti fino al 31 gennaio infatti sono stati 875 ma solo 238 di questi hanno ricevuto una risposta. 
 
Anche se storicamente il tasso di risposta agli atti ispettivi non è mai stato particolarmente elevato, quello del governo Meloni è il dato più basso, almeno per ora, delle ultime 3 legislature. Questa tendenza, unita al sempre più frequente ricorso a decreti legge e questioni di fiducia, evidenzia ancora una volta la crisi del nostro sistema politico. In cui la principale assemblea rappresentativa ricopre un ruolo sempre più marginale.