- Dettagli
-
Categoria: Cultura 2023
-
Pubblicato: Mercoledì, 01 Febbraio 2023 10:16
In libreria
Il nodo di Gordio
Ernst Jünger, Carl Schmitt
Il nodo di Gordio
A cura di Giovanni Gurisatti
Milano, Adelphi,2023, pp. 238 € 14,00
01.02.23 - «Oriente e Occidente: negli avvenimenti mondiali questo incontro non è soltanto di primaria importanza, ma rivendica un’importanza tutta particolare. Fornisce il filo conduttore della storia, l’inclinazione dell’asse rispetto all’orbita solare. Balenando sin dagli albori, i suoi motivi si dipanano fino ai nostri giorni. Con tensione sempre rinnovata i popoli salgono sull’antico palcoscenico e recitano l’antico copione». Scrive Ernst Jünger.
Un incontro, tuttavia, che nella storia si è spesso trasformato in scontro: «Con tensione sempre rinnovata i popoli salgono sull’antico palcoscenico e recitano l’antico copione. Il nostro sguardo si fissa soprattutto sul fulgore delle armi che domina la scena ».
Sono pagine apparse per la prima volta nel 1953, ma sembrano scritte oggi – mentre divampa più che mai la lotta planetaria tra l’Occidente globale liberaldemocratico e l’Oriente dello Stato totale. Ma per Jünger il nodo Oriente-Occidente è una polarità elementare, archetipica, simbolica, che contrassegna in modo costante l’umanità intera nella sua sostanza, e ogni singolo uomo nella sua anima. È l’opposizione tra mythos ed ethos, potere tellurico e luce, dispotismo e libertà, arbitrio e diritto. Una visione che non poteva trovare perfettamente concorde l’amico Carl Schmitt, che due anni dopo l’uscita del Nodo di Gordio replica con uno scritto in cui a quell’archetipica polarità sostituisce la contrapposizione fra terra e mare: da una parte il mondo continentale dell’Oriente (Russia e Asia, ovvero il nomos), dall’altra il mondo marittimo dell’Occidente (Inghilterra e America, ovvero la techne). Nel mezzo, l’Europa. E i due ritroveranno un’intesa nel prefigurarla quale «centro di gravità», capace di favorire, come Terza Forza, «l’unità del pianeta».
«[...] Nessun re asiatico avrebbe potuto concepire l’idea di Alessandro, nessuno avrebbe potuto prendere una decisione simile. Gordio, che aveva stretto il nodo che ne prende il nome, era un re della Frigia, terra la cui storia rimane oscura, ma che nel mito risplende di chiara luce. Come attestano nomi di re quali Mida o Creso, era un regno dell’oro circondato da regni dell’oro. Anche Alessandro era un principe avvolto da aureo splendore. Ma il suo fulgore è diverso da quello degli antichi re dell’oro. La sua è una luce sublime, radiante, un bagliore che proviene dal sole, non dalle profondità del Pattolo, dal grembo della terra...» (Red.)