Un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto il meccanismo che consente la progressione della malattia di Alzheimer
Un nuovo possibile
bersaglio terapeutico
di nome Peptide LL-37
 
26.09.22 - Scoperto il peptide che contribuisce alla progressione della malattia di Alzheimer. Lo studio che ha permesso di individuare il peptide antimicrobico umano, l’LL-37, il quale contribuisce alla progressione della malattia di Alzheimer, è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Istituto di Zoologia di Kunming (Cina). Lo studio è stato pubblicato su Molecular Psychiatry, rivista del gruppo Nature.
 
Il gruppo di ricerca della Statale è coordinato dal prof. Michele Mazzanti, ordinario di Fisiologia al Dipartimento di Bioscienze. Mazzanti aveva già condotto studi precedenti dimostrando che la proteina CLIC1 - modificando la sua localizzazione dal citoplasma alla membrana cellulare nelle cellule del sistema immunitario del cervello - contribuisce all’insorgenza e alla progressione della malattia di Alzheimer. Tuttavia, fino ad oggi i meccanismi di formazione e di attivazione di CLIC1 in questa funzione restavano sconosciuti.
 
Nel lavoro appena pubblicato, i ricercatori hanno scoperto che a promuovere la traslocazione e l'integrazione in membrana di CLIC1 è il peptide antimicrobico umano LL-37 che attiva CLIC1 causando iperattivazione microgliale, neuroinfiammazione ed eccitotossicità.
 
Il peptide LL-37 causa fenotipi patologici significativi legati all’Alzheimer tra cui l'aumento della β-amiloide, la formazione di grovigli neurofibrillari, morte neuronale, atrofia cerebrale, allargamento dei ventricoli cerebrali e la compromissione della plasticità sinaptica. Tutto ciò porta ad un progressivo deficit cognitivo. Il blocco dell’interazione tra LL-37 e CLIC1 inibisce tutti questi fenotipi. 
 
E sulle prospettive future aperte da questa ricerca, Mazzanti  spiega: «La proteina CLIC1, una volta inserita nella membrana cellulare, ha una fondamentale funzione nell’attivazione delle cellule immunitarie che avviene durante i fenomeni di infiammazione cronica ed in particolare quelli che interessano il sistema nervoso centrale come nel caso della malattia di Alzheimer. Il peptide LL-37 favorendo la migrazione della proteina CLIC1 in membrana può essere considerato un promotore del processo neurodegenerativo. Impedire al peptide LL-37 - conclude Mazzanti - di svolgere la sua funzione o inibire direttamente la proteina CLIC1 localizzata nella membrana potrebbe essere una strategia farmacologica per rallentare o addirittura bloccare la progressione del processo neurodegenerativo». (Red.)
 
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