Vapore secco per sanificare
gli ambienti da Covid-19
 
27.05.22 - Nuovi strumenti in arrivo per eliminare il Covid-19 da uffici, locali commerciali e da tutti gli altri luoghi che accolgono un consistente flusso di persone. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Modena e Reggio Emilia dimostra l’efficacia virucida del vapore secco nell’inattivazione dei Coronavirus. Il team, ha effettuato prove su tre diversi virus presenti su un’ampia varietà di superfici, utilizzando il dispositivo Gioel che lava l’aria e sanifica le superfici senza sostanze chimiche, con il solo ausilio dell’acqua di rubinetto. Lo studio è stato pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Journal of Occupational and Environmental Hygiene
 
Il vapore utilizzato nel corso della ricerca è stato prodotto dai macchinari Gioel. Si tratta di vapore secco con una temperatura superiore ai 140 ° C. È caratterizzato da micro gocce d'acqua che sollevano lo sporco dalle superfici trattate, lo tengono in sospensione evitando però che si disperda in aria. 
 
Le prove sono state condotte su due superfici: una dura e non porosa come l’acciaio, molto utilizzata sia a livello domestico sia nelle strutture comunitarie; e una superficie porosa, come un tessuto naturale di cotone, largamente utilizzato per l’abbigliamento oppure coperte, cuscini, arredi ecc. I test hanno dimostrato l'efficacia del sistema nell’inattivare i Coronavirus in soli 5 secondi anche in presenza di cariche virali più elevate rispetto a quelle che si possono naturalmente trovare sulle superfici ambientali, ottenendo una riduzione del 99,99%.
 
Durante i test il vapore secco è stato generato in una caldaia Gioel, all'interno della quale normale acqua di rubinetto è stata riscaldata fino a 155°C a 5,5 bar di pressione e poi fatta uscire - attraverso un lungo il tubo flessibile - ad una temperature tra 100°C e 110°C. Il vapore secco così prodotto si è dimostrato efficace per sanificare in profondità e uccidere batteri e altri micro-organismi. (Red)
 
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www.unimore.it  
https://doi.org/10.1080/15459624.2021.1989442