Diventa realtà il riconoscimento automatico dei geroglifici egizi

L'Intelligenza artificiale

in aiuto all'archeologo

 

 Cnr Schema Comunicato

Lo schema del riconoscimento automatico dei geroglifici (credit: cnr.it)

 

21.09.21 - Il "Deep Learning" sta per aprire un nuovo capitolo nella classificazione dell’antica scrittura geroglifica egizia. Anche da semplici scatti fotografici. L'applicazione dell’intelligenza artificiale sfrutta algoritmi basati su reti neurali per l’analisi delle immagini, permettendo così di classificare in modo automatico e con altissima accuratezza e precisione i geroglifici, indipendentemente dal supporto su cui sono scritti (papiro, pietra, legno).

La  sperimentazione è oggetto di uno studio pubblicato sulla rivista IEEE Access da Andrea Barucci e Costanza Cucci dell’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifac), Fabrizio Argenti e Marco Loschiavo del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’egittologo Massimiliano Franci del Centro Studi CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies).

«Le tecniche basate sulle reti neurali profonde pervade ormai tutti i campi della conoscenza», spiega Barucci esperto di analisi di immagini biomediche con tecniche di machine e deep learning. Aggiunge: «Ci siamo chiesti se tale paradigma potesse essere traslato in un ambito apparentemente distante e diverso, come il riconoscimento di simboli antichi. La nostra esperienza nel campo delle immagini cliniche ci suggeriva che le reti neurali convoluzionali (un tipo di rete neurale artificiale, ndr) sono strumenti estremamente potenti e versatili, tuttavia la sfida era aperta».

La ricerca - pertanto - non solo dimostra la possibilità della traduzione automatica di antichi documenti egizi, ma offre nuove prospettive per la risoluzione di questioni aperte quali la codifica, riconoscimento e traslitterazione dei segni geroglifici. L’uso dell’intelligenza artificiale corre dunque in aiuto agli studiosi nell’approfondire diversi aspetti della scrittura.

A tale riguardo, l’egittologo Massimiliano Franci, specifica le potenzialità: «La topo-sintassi dei segni geroglifici combinati per formare parole; l’analisi linguistica dei testi; il riconoscimento di segni corrotti, riscritti, cancellati; fino alla possibilità del riconoscimento della scuola dello scriba o alla mano dello scultore. L’intuizione dell’esperto è ancora fondamentale nell’integrazione delle complesse analisi fornite dagli algoritmi di intelligenza artificiale (AI) e il futuro impone una sempre maggiore armonizzazione fra l’analisi informatica e quella umana. Il nostro studio vuole mettere in luce come gli strumenti di analisi basati sull’AI possano supportare le indagini in campo egittologico, integrandosi col lavoro dell’archeologo».

Fabrizio Argenti, prosegue: «Questo studio nasce dalla tesi di laurea di Marco Loschiavo. Dal punto di vista ingegneristico eravamo sicuri delle potenzialità degli strumenti di analisi scelti, tuttavia questo era un banco di prova importante, essendo il tipo di applicazione completamente diverso. Abbiamo voluto esplorare un ambito di ricerca nuovo, che si è rivelato estremamente interessante e promettente».

Costanza Cucci esperta in analisi di dati in ambito Beni Culturali, sottolinea: «Nel facilitare lo scambio e la cross-fertilizzazione fra campi di ricerca diversi, come è successo per questo lavoro, sono state unite competenze di egittologia, ingegneria informatica e fisica applicata».

Adesso «la speranza è che questo primo studio - conclude Barucci - apra la strada verso una stabile collaborazione fra le comunità che si occupano di archeologia e di intelligenza artificiale, per creare nuovi strumenti che facilitino il lavoro degli studiosi delle scritture delle antiche civiltà». (Red.)

Vedi
www.cnr.it 
https://ieeexplore.ieee.org/document/9528382