I risultati di uno studio internazionale di cui fa parte l’Università di Camerino

L'alcolismo cambia

l'organizzazione spaziale

del cervello

 

Unicamerino R Ciccocioppo02.07.20 - Un gruppo internazionale di ricercatori ha osservato che la capacità dell’alcol di evocare dipendenza è in parte legata alla sua tendenza a cambiare l’organizzazione spaziale del cervello. Lo studio - pubblicato sulla rivista Science Advances - è stato condotto da un team di ricercatori coordinato da Santiago Canals dall'Istituto di Neuroscienze di Alicante in Spagna e di cui fanno parte i gruppi di ricerca di Roberto Ciccocioppo (nella foto) dell’Università di Camerino, di Wolfgang Sommer del Central Institute of Mental Health dell’Università di Heidelberg in Germania, e colleghi della Charles University di Praga.

"Siamo molto soddisfatti per questo risultato – ha commentato Roberto Ciccocioppo – dal momento che comprendere il meccanismo attraverso cui l’alcol altera le funzioni cerebrali è fondamentale per lo sviluppo di nuove terapie".

I dati riportati nello studio dimostrano che i cambiamenti della geometria spaziale osservata nella materia grigia dei soggetti esposti all’alcol è legata all’attivazione del sistema immunitario cerebrale, in particolare delle cellule della microglia. L'alcol provoca l'attivazione di queste cellule responsabili della difesa dell’ospite, portando ad un cambiamento delle loro caratteristiche biochimiche e conformazionali.

La microglia passando dalla sua forma inattiva a quella attivata cambia di morfologia trasformandosi da cellule dalla struttura ramificata a cellule dalla forma arrotondata o ameboide. Cambiamento che altera la geometria dello spazio extracellulare, consentendo una maggiore diffusione delle sostanze chimiche responsabili della comunicazione fra i neuroni. Tra queste sostanze c'è la dopamina, uno dei neurotrasmettitori più importanti nel mediare la sensazione di gratificazione che accompagna l’uso dell’alcol.

Aumentare la diffusione di dopamine e probabilmente di altri neurotrasmettitori come il glutammato o il GABA può potenziare le proprietà gratificanti dell'alcool, altrimenti deboli, incrementando la motivazione al suo consumo.

Lo studio - pertanto - dimostra che il consumo cronico di alcol aumenta la diffusività media nella materia grigia cerebrale sia dell’uomo sia del ratto. Queste alterazioni compaiono poco dopo l'inizio del consumo di alcol nei ratti, persistono nell'astinenza precoce sia nei roditori sia nell'uomo e sono riconducibili alla diminuzione delle barriere spaziali extracellulari dovuta all’attivazione della microglia in risposta all’azione tossica dell’alcol.

In un precedente articolo, pubblicato nell'aprile dello scorso anno su JAMA Psychiatry, questo stesso gruppo di ricercatori, ha dimostrato che l'alcol continua a danneggiare il cervello anche dopo prolungata astinenza. Quel lavoro suggeriva già un aumento della diffusività nel cervello a causa dell'alcol, ma i ricercatori non sapevano ancora perché. Ora il nuovo studio risolve il mistero, dimostrando che l'aumento della diffusività è dovuto all'attivazione delle cellule immunitarie del cervello. (red)


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