Uno studio italiano ha svelato il meccanismo che ordina la memoria nel cervello di chi riesce a datare i singoli fatti

Ipermemoria: un ricordo

per ogni giorno della vita

 

09.06.20 - Scoperto cosa rende capace il cervello degli individui "ipermemori" di ricordare anche i più piccoli dettagli di ogni giorno della loro vita. È il risultato del nuovo studio interamente italiano e pubblicato sulla rivista Cortex che - grazie all’analisi di questi individui -ha identificato le aree del cervello specificamente deputate a dare una dimensione temporale ai ricordi, organizzando quelle informazioni che nelle persone comuni restano memorie indistinte e sfocate.

La ricerca, condotta nei laboratori della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, è stata coordinata dall’equipe composta da Patrizia Campolongo, Valerio Santangelo, Tiziana Pedale e Simone Macrì, e ha coinvolto l'Università di Roma - Sapienza, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università di Perugia.

Per realizzare lo studio è stato chiesto a 8 soggetti ipermemori, già protagonisti nel 2018 di un altro lavoro della stessa equipe di ricerca, di ricordare un evento molto lontano nel tempo, di circa 20 anni prima. L’attività neuronale di questi 8 soggetti è stata quindi rilevata in tempo reale attraverso la risonanza magnetica funzionale, una tecnica non invasiva che permette di osservare il cervello in azione e identificare le aree più attive durante il ricordo dell’evento passato. Al gruppo di ipermemori è stato affiancato un gruppo di controllo composto da 21 persone senza particolari abilità o deficit della memoria.

I ricercatori hanno poi utilizzato una tecnica molto innovativa, chiamata Multivoxel Pattern Analysis (MVPA) per verificare che la migliore rappresentazione neurale dei ricordi nelle persone ipermemori fosse associata al ruolo funzionale di specifiche aree del cervello.

"I risultati dell’indagine – spiegano gli autori – hanno mostrato che nel discriminare tra ricordi autobiografici vecchi e nuovi, per le persone con ipermemoria si rileva un’elevata specializzazione della porzione ventro-mediale della corteccia prefrontale del cervello, un'area che si ritiene sia deputata all'organizzazione delle funzioni cognitive superiori. Questa stessa regione del cervello sembra essere meno precisa nelle persone con una memoria normale, fino a farci 'confondere' la dimensione temporale del ricordo, vecchio o nuovo".

E subito dopo aggungono: "La memoria autobiografica permette di rievocare esperienze relative a tutto l’arco della vita consentendoci di conferire una dimensione temporale e narrativa alla nostra esistenza e qui per la prima volta al mondo sono stati studiati i meccanismi neurobiologici associati alla dimensione temporale dei ricordi tramite una metodologia innovativa e, soprattutto, in un gruppo di persone speciali ".

Il dato che emerge da questo nuovo avanzamento scientifico è cruciale, non solo per l’analisi delle doti speciali di queste persone, ma soprattutto per aprire nuove frontiere di ricerca per la neuroriabilitazione della memoria e per la ricerca sulle funzioni mnesiche, in pazienti con una lesione del sistema nervoso centrale.

"Comprendere i sistemi neurobiologici alla base dell’iper-funzionamento della memoria – concludono i ricercatori - fornisce importanti indicazioni su quali aree è necessario intervenire per stimolare il ripristino di un funzionamento adeguato della memoria in persone con deficit o lesioni neurologiche". (red)

Riferimenti:
Enhanced cortical specialization to distinguish older and newer memories in highly superior autobiographical memory - Valerio Santangelo, Tiziana Pedale, Simone Macrì, Patrizia Campolongo. - Cortex 2020 https://doi.org/10.1016/j.cortex.2020.04.029 

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www.uniroma1.it