La ricerca è stata condotta dall’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari Cnr-Ibiom di Bari, con università di Bari e Statale di Milano

COVID-19, i genomi

derivano tutti dal ceppo cinese

 

Cnr coronavirus

 

14.04.20 - Tutti i genomi conducono a casa, al ceppo cinese. Attraverso un’analisi bioinformatica comparativa condotta su più di 1.100 genomi virali di Sars-Cov-2 provenienti da Cina, America e Europa, i ricercatori hanno dimostrato una marcata omogeneità genetica di tutti i genomi virali analizzati. In altri termini non ci sono evidenze che supportino l’insorgenza di diversi tipi virali più aggressivi del ceppo cinese originario.
Questo fa sì che la disomogeneità riscontrata nelle diverse aree geografiche sia dovuta alla rapida diffusione di sottotipi virali diversi, importati in maniera indipendente nei diversi continenti.

Sono questi i risultati dello studio condotto da un team di ricercatori associati all’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibiom) di Bari insieme al Dipartimento di bioscienze dell’Università Statale di Milano e al Dipartimento di bioscienze, biotecnologie e biofarmaceutica dell’Università di Bari. Il lavoro, pubblicato in anteprima sulla rivista online bioRxiv di Cold Spring Harbor Laboratory (Usa), è stato realizzato con il supporto della piattaforma bioinformatica Elixir del nodo italiano dell’infrastruttura di ricerca europea per le scienze della vita, coordinata da Graziano Pesole ricercatore del Cnr-Ibiom e docente dell’Università di Bari.

"I risultati della ricerca - spiega Graziano Pesole - hanno identificato almeno otto sottotipi virali distinti con una diversa prevalenza in differenti regioni del nostro pianeta. Tre distinti sottotipi di virus comprendono più del 70% di tutti i genomi virali finora sequenziati, mentre due soli sottotipi virali annoverano il 72% e il 74 di tutti i virus isolati in Europa e in America. Tutti i sottotipi virali definiti sulla base del confronto delle sequenze del genoma - continua Pesole -, sembrano avere una comune origine in Cina, anche se provenienti da focolai distinti. Benché ciascun ceppo presenti una sequenza genomica caratteristica, il numero limitato delle variazioni osservate e il fatto che queste sono concentrate in regioni non codificanti proteine, suggeriscono che le differenze tra i diversi genomi non evidenziano un processo di evoluzione del ceppo virale, e che quindi non risultano responsabili dell’origine di un ceppo virale mutato e potenzialmente più virulento. Questo consente - conclude - di mettere a fattor comune, su scala internazionale, gli studi in corso per mettere in campo approcci terapeutici mirati e vaccini efficaci".

Il coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave, abbreviato in SARS-CoV-2 (acronimo di Severe Acute Respiratory Syndrome - Coronavirus - 2), in precedenza era stato nominato nuovo coronavirus del 2019 (2019-nCoV, o anche 2019 nCoV-ARD) e conosciuto informalmente come coronavirus di Wuhan. Il nome ufficiale dato dall'Organizzazione mondiale della sanità alla sindrome causata dal virus è COVID-19 (abbreviazione dell'inglese COronaVIrus Disease-2019). (red) 

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