Progettata nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, può ingrandire fino a 100 volte

Lente a contatto

trasforma il cellulare

in un potente microscopio

 

unipi Lente per cellulare

Applicazione della lente sullo smartphone (foto unipi.it)

 

26.11.19 - Sta sulla punta di un dito la piccola lente adesiva in materiale siliconico che - una volta fatta aderire sull'obiettivo dello smartphone - funziona come un microscopio ingrandendo fino a 100 volte. Progettata nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, questa lente è il frutto di uno studio realizzato dagli scienziati pisani in collaborazione con l’Università della California S. Diego. I ricercatori hanno sfruttato le proprietà di cristalli fotonici in silicio nanostrutturato, che fungono da filtri ottici, per costruire un dispositivo in cui lente e filtro diventano una cosa sola. Lo studio è stato pubblicato su Advanced Functional Materials.

Nella nostra società c’è una crescente richiesta di strumenti analitici semplici, rapidi e affidabili, per esempio per valutare rapidamente la presenza di batteri in cibi o su ferite", spiega Giuseppe Barillaro, docente di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. E aggiunge: "Non sempre è possibile farlo in laboratorio con un microscopio, che ha costi elevati ed è difficile da trasportare. Il nostro sistema permette di compiere la stessa operazione ovunque, e al costo di un centesimo. Questo grazie a un cambiamento radicale nel modo di pensare e progettare dispositivi ottici”.

Nei microscopi tradizionali, infatti, le lenti servono principalmente come elemento di raccolta della luce che viene successivamente manipolata grazie a filtri ottici. Questo richiede una progettazione e una lavorazione piuttosto complesse, che si traducono in costi elevati dei dispositivi.

Al riguardo Barillaro sottolinea: "Il materiale siliconico che compone la lente viene deposto in forma di goccia sul filtro ottico, che ha una particolare nanostrutturazione che ricorda le ali di una farfalla. Il filtro, semi-poroso, si integra con il materiale siliconico deposto sopra, e la sua struttura fa in modo che questo assuma spontaneamente forma e funzione di una lente, evitando lavorazioni complesse e semplificando tutto il dispositivo, dal momento che raccolta, filtraggio della luce e ingrandimento avvengono nel medesimo sistema ottico”.

La lente così ottenuta è autoadesiva, e può trasformare molto semplicemente un comune smartphone in un microscopio a fluorescenza altamente affidabile. Le applicazioni in campo medico sono estremamente rilevanti, sia per la medicina ospedaliera sia per quella praticata in paesi, come quelli del sud del mondo, dove il trasporto di apparecchiature è difficile.

D’ora in poi per le analisi di campioni biologici che necessitano di microscopia cellulare – conclude Barillaro - sarà sufficiente una lente e un semplice apparecchio di lettura, come può essere uno smartphone, rendendole più facili e meno costose. Il sistema è di particolare interesse specie in quei campi in cui la velocità di analisi, e quindi di azione, diventa cruciale, come il rilevamento della presenza di batteri nelle ferite, un tipo di analisi che con i metodi tradizionali richiede circa 24 ore, con conseguenti ritardi nel trattamento, che si traducono in tempi e costi maggiori. Con il nostro sistema, applicando allo smartphone una lente apposita, è possibile determinare la presenza di batteri direttamente sul posto”. (red)

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