Calo delle nascite:

Italia seconda in Ue e ultima

per tasso di natalità

 

19.11.19 - Nel bel paese si fanno sempre meno figli. Nel 2018 i nuovi nati sono stati 439 mila; 18 mila in meno rispetto all'anno precedente e 137 mila in meno rispetto a dieci anni fa. Quasi mezzo milione in meno in confronto agli anni '70 del secolo scorso. Sono dati molto negativi per cui non è esagerato parlare che siamo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale. Un'emergenza che ha due ragioni strutturali: la progressiva uscita dall'età riproduttiva della numerosa generazione dei baby boomers e il perdurare degli effetti della crisi economica iniziata nel 2008.

Una tendenza al calo demografico che riguarda tutte le aree del paese, da nord a sud, con la sola eccezione della provincia autonoma di Bolzano. Ovviamente con misure diverse. Ci sono realtà del paese, come la Sardegna meridionale, dove il calo
supera il 20%.

Nel confronto con gli altri paesi dell'Unione europea, l'Italia è il secondo paese per calo delle nascite (-10,9%) dopo la Finlandia (-13,44%) e l'ultimo per tasso di natalità. Nel 2017 sono nati 7,6 bambini ogni 1.000 residenti, contro gli 11,5 di Francia e Svezia, gli 11,4 del Regno Unito, i 9,5 della Germania.

Questa emergenza ha almeno due facce. La prima, evidente, è quella dei danni connessi al declino demografico: dallo sviluppo economico del paese alla tenuta del sistema sociale e pensionistico. L'altra, meno palese, è il rischio che la voce e gli interessi dei bambini e i ragazzi, messi in minoranza, restino fuori dal dibattito pubblico.

Esclusione sociale e disagio nelle famiglie con figli. Il calo del numero di nati ha ragioni strutturali ma, come anticipato, un ruolo importante lo ha avuto anche la crisi economica iniziata nel decennio scorso. Nel 2007 il 3,5% delle famiglie si trovava in povertà assoluta. Significa che, prima della recessione, circa una famiglia su 28 non poteva permettersi le spese essenziali per condurre uno standard di vita minimamente accettabile.

Con la crisi questo dato è progressivamente cresciuto. Nel 2018 le famiglie in povertà assoluta sono salite al 7% del totale. Una tendenza che ha riguardato soprattutto le famiglie con figli. Più minori ci sono in famiglia, più è probabile che questa si trovi in povertà assoluta. Tra le coppie senza figli, circa una su 20 (il 5,2%) vive in povertà. Una quota che sale al 9,7% tra le
famiglie con 1 figlio minore, all’11,1% con 2 figli minori e addirittura al 19,7% tra le famiglie con 3 o più figli minori.

La povertà ha colpito in modo diverso a seconda del territorio. Nel mezzogiorno le famiglie con almeno un figlio minore in povertà sono il 14,4% del totale, mentre nel centro-nord si attestano sull’8-10%. Ma si tratta di medie solo indicative, perché all’interno di queste macroaree convivono tante realtà diverse: esistono tanti nord, come esistono tanti sud. (red)

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